#15 SINTETIZZATORE: SINCRONIZZAZIONE E RESET INPUT

Amici del Synth, oggi vi regaliamo non una ma ben due (brevi) lezioni che vi chiariranno certi funzionamenti, talvolta nascosti, del vostro sintetizzatore: anzichè schiacciare tasti a caso, ora ne scoprirete i meccanismi.
Come al solito consigliamo un ripasso delle lezioni precedenti (a partire dalla panoramica sui moduli): parole come periodo, timbro, frequenza, forma d’onda, oscillatore e voltaggio devono essere ben chiare, o quanto scritto vi sembrerà arabo!

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Partiamo…


1) SINCRONIZZAZIONE TRA OSCILLATORI

Non essendo possibile sincronizzare manualmente due VCO (ovvero metterli esattamente  in uguale fase e frequenza), occorre sfruttare le uscite audio di un oscillatore principale (che sarà detto master e da cui saranno inviate le informazioni su fase e frequenza) e l’ entrata SYNC di uno o piu oscillatori secondari (detti slaves) che riceveranno le informazioni.

 

Per esempio se al momento del contatto la frequenza dello slave sarà minore di quella del master, quando il master ricomincerà il periodo anche lo slave sarà forzato a ricominciare, ed in questo caso lo slave perderà dunque d’ampiezza .

Se al momento del contatto la frequenza dello slave sarà maggiore di quella del master, quando il master ricomincerà il periodo, lo slave avrà gia iniziato una parte del secondo periodo: in questo caso verrà quindi modificata la forma d’onda dello slave, e di conseguenza il timbro.


2) RESET INPUT

Si tratta di un ingresso di controllo presente sull’ LFO.
Quando l’ LFO riceve un segnale impulsivo (una rapida salita di voltaggio) a questo ingresso, è costretto a ricominciare la propria oscillazione da zero. 

 

Se per esempio un VCF è controllato da un LFO, quando premo un tasto della tastiera  l’oscillazione del CUT OF FREQUENCY comincia in modo casuale (perchè l’LFO oscilla in continuazione anche mentre non è premuto alcun tasto).

 

Per fare in modo che l’oscillazione cominci dall’inizio ogni qual volta sia premuto un nuovo tasto si ha bisogno di collegare il GATE della tastiera all’entrata RESET INPUT dell’LFO.
Nei sintetizzatori compatti (ad oggi la stragrande maggioranza)  si trova un tasto chiamato Key Sync che attiva il collegameto in questione, ed ora ne conoscete il funzionamento.
Alla prossima!

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#12 SINTETIZZATORE: OSCILLATORE A BASSA FREQUENZA (LFO)

Il modulo di cui parliamo oggi è, a livello creativo, uno dei più importanti.
A causa è nelle sue molteplici applicazioni è alla base di effetti come vibrato, tremolo e whawha: oggi finalmente ne capirai a pieno il funzionamento.
Parliamo dell’ LFO, un oscillatore a bassa frequenza, appartenente alla categoria dei controlli.

Il suo compito è quindi impartire ordini ad altri moduli, come  VCA, VCO e VCF.

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Lavora principalmente al di sotto delle frequenza udibili (sotto i 20hz), ma il suo è un segnale di controllo e il suo scopo non è di essere ascoltato, ma di agire su parametri del modulo a cui lo applicheremo.
Essendo un oscillatore, genera un segnale periodico e sposta ciclicamente un determinato parametro tra due valori.

Le regolazioni su cui possiamo agire sull’ LFO sono due:

 

– Velocità dell’oscillatore:  nel tuo synth può chiamarsi frequency, speed  o rate e oscilla generalmente tra 0,1 fino a 18/20/30 hz.

– Forma d’onda:
Abbiamo già parlato delle forme d’onda e prima di leggere quanto segue consigliamo un veloce ripasso.
Nell’ LFO la forma d’onda viene utilizzata come un controllo e in base a quale scegliamo, non otteniamo variazioni di timbro ma modificazione dell’andamento impartito al parametro.
I risultati ottenuti con la sinusoide e la triangolare sono molto simili in quanto offrono un andamento graduale, e sono le più utilizzate.
La dente di sega è utilizzata sia normale che capovolta, offrendo una salita istantanea seguita dalla discesa graduale di un parametro.
Nell’andamento della quadra abbiamo un alternanza di due valori, in quanto il parametro viene alzato ed abbassato senza valori intermedi.
Veniamo agli esempi, che chiariranno ogni dubbio.
 
Applicando LFO al VCO ottengo il vibrato, ovvero una variazione ciclica dall’altezza (la nota) ad una velocità elevata (da 4 a 6 cicli al secondo). 
 
Applicando LFO al VCA ottengo il tremolo ovvero una variazione periodica dell’ampiezza (del volume)

Collegando LFO al VCF ottengo il wha- wha ovvero una variazione ciclica del timbro.
 

Potete sperimentare quanto spiegato con questa riproduzione virtuale di un synth analogico.

Nel prossimo episodio parleremo del Noise Generator, fondamentale per la creazione suoni percussivi e ell’effettistica in generale.
Ci vediamo lì!

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