#18 STEREOFONIA E TIPI DI CONNETTORE

Come accennato, dopo esserci focalizzati sul sintetizzatore, torniamo a parlare della fonia in generale al fine di rendervi ben consapevoli delle dinamiche e della terminologia in campo audio.
Oggi ci concentriamo sui vari tipi di connettore chiarendo vantaggi e svantaggi di ognuno, a partire dalle tipologie tutt’oggi più utilizzate fino ad arrivare ai metodi di connessione dei grandi studi.
Pronti?

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Per introdurre i vari tipi di connettore bisogna chiarire innanzitutto il concetto di stereofonia: si parla di stereofonia quando ho due segnali distinti sia fisicamente (viaggiano su due cavi diversi) sia a livello di contenuto (i due segnali devono portare informazioni diverse, quindi si hanno un canale Left e uno Right).
Se il segnale portato nel canale L è identico a quello che passa nel canale R non si parla di stereofonia.

Bisogna inoltre chiarire che connettore, segnale, e cavo sono tre cose ben distinte, di conseguenza non è il segnale che fa il connettore, come non lo è il cavo (non si può definire un cavo Cannon, perchè Cannon è il nome del connettore, e non del cavo).

Ecco i principali tipi di connettore:


1. CANNON (XLR)

E’ il più utilizzato sia in live che in studio, è un tre poli ed ogni polo è numerato.
Si divide in maschio e femmina a seconda dei pin, e per convenzione nei segnali microfonici e di linea il maschio porta il segnale e la femmina lo riceve.

Porta segnale microfonico e di linea, non di potenza (se hai dubbi vedi la lezione sui tipi di segnale analogico).

Vantaggi:

1) E’ robusto, in metallo e non si deforma.
2) Il contatto elettrico è totale (i pin maschi sono avvolti in tutta la superficie dalla femmina).
3) E’ fatto di nichel, inossidabile.
4) Si può prolungare in quanto i connettori sono maschio e femmina.  

Svantaggi:

1) Essendoci maschio e femmina dovrai dare un verso al segnale, e di conseguenza stare attento a come stendere il cavo in ambito live.
2) E’ difficile da collegare in posizioni scomode a causa della tacca d’aggancio: sfregando i connettori rischierai di rovinarli.
3) Ha un costo elevato.

2. JACK 2 POLI (TS):

Detto volgarmente “Jack Mono”, porta un segnale microfonico e di linea, non di potenza (eccezion fatta per quello che collega la testata dell’amplificatore alla cassa dello stesso, ma in questo caso anche il cavo è di potenza).

E’ costituito da due parti metalliche, sleeve (massa) e tip (positivo) separate da un cilindro isolante.

Vantaggi:

1) Costo ridotto.
2) Senza tacca, si può facilmente infilare anche in posizioni scomod.
3) Essendo maschio/maschio non ho problemi di verso.

Svantaggi:

1) E’ meccanicamente debole e si rompe facilmente.
2) Facile da connettere, ma altrettanto semplice da scollegare per sbaglio.
3) Fa contatto in un solo punto (molla) che quindi tende a rovinarsi (è fatto di ottone cromato e quando la cromatura si consuma l’ottone si ossida).
4) La molla interna alla cavità in cui viene inserito il jack si rovina col tempo.

3. JACK 3 POLI (TRS):

Detto volgarmente “Jack Stereo” può portare un segnale mono bilanciato oppure un segnale sbilanciato presumibilmente stereo.
E’ il jack tipico delle cuffie, in cui avrei quattro poli (due positivi e due negativi) ma unendo i positivi ne ottengo tre (vedi lezione sul segnale bilanciato/sbilanciato).

E’ composto da tre parti metalliche dette sleeve (massa), ring (negativo, o positivo Right nel caso in cui il segnale sia stereo) e tip (positivo, o positivo Left nel caso in cui il segnale sia stereo.
Le parti metalliche sono divise tra loro tra due cilindri di isolante.
I Jack possono essere da 3,5 mm (1/8 di pollice) o da 6,3 mm (1/4 di pollice).

4. PIN JACK (RCA):

E’ un due poli quindi porta un segnale sbilanciato.
E’ un connettore coassiale e porta solo segnali di linea.
Viene identificato con vari colori a seconda del tipo di segnale trasportato: bianco/nero (left), rosso (right), giallo (video), arancio (s/pdif).  

Vantaggi:

1) Costo ridotto.
2) Contatto totale.
3) Meccanicamente ed elettricamente saldo.
4) Coassiale, quindi quando connetto il polo centrale è totalmente protetto.  

Svantaggi:

1) La cromatura si consuma nei punti spigolosi e si ossida.
2) E’ quindi un connettore da installazione fissa.

5. SPEAK ON:

Brevettato dalla Neutrik, si usa solo per segnali di potenza a 2, 4, 8 poli, con innesto a baionetta ( si infila, si gira di un quarto e si blocca)

6. CONNETTORE SERIE EP

Utilizzato per segnali di potenza, è simile al cannon, ma i poli vanno da 4 ad 8.
E’ tutto in metallo, molto costoso, ed utilizzato soprattutto in impianti tedeschi.

7. BANTAM:

E’ un tre poli, ed è caratterizzato da una punta tonda.
Ha una rientranza sul Ring che lo rende particolarmente stabile.
Porta segnali microfonici e di linea, e di potenza solo nel caso della cuffia.
Usato in passato per centralini telefonici, è caratterizzato da un costo elevato.

8. BNC:

E’ un coassiale a due poli, utilizzato per i video.
Nell’audio è usato per antenne di radiomicrofoni e Word Clock (segnale di sincronismo per l’audio digitale).
E’ caratterizzato da un innesco a baionetta ed è molto delicato in quanto la ghiera di aggancio si deforma se calpestata.

9. DIN:

Si utilizzava fino a una ventina d’anni a, per portare segnali microfonici e di linea negli hi-fi.
E’ un cinque poli, utilizzato oggi solo per i Midi.

10. LK/VEAM:

E’ un connettore multipolare per segnali microfonici e di linea usato esclusivamente nei live per spezzettare i sistemi di ciabatta per il trasporto del segnale.
E’ utilizzato per dividere la frusta dalla Stage Box.
Porta segnali bilanciati da 13 a 200 poli, ed è composto di alluminio.
E’ completamente impermeabile.

11. EDAC:

E’ un connettore multipolare corrispondente dell’ LK per l’utilizzo in studio (installazioni fisse). Dotato di pin a lingua di serpente, è caratterizzato da una vite che rende più stabile l’aggancio.
Si trova nei mixer da studio di un certo livello e porta segnali di linea e microfonici.

12. TOSlink:

Deriva da “Toshiba link” e trasporta un segnale ottico.

13. SOCAPEX:

E’ un connettore multipolare di potenza, usato nei live, anche per le luci. E’ caratterizzato da dei pin grossi e dispari (uno resta sempre libero per la massa).

A tra qualche giorno con una nuova lezione 🙂

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#04 TIPI DI SEGNALE ANALOGICO pt.2

Come anticipato nel capito precedente, oggi distingueremo il segnale elettrico in due categorie, in base alla sua risposta alle interferenze e ai disturbi esterni che, ahimè, si trasformano in fastidiosi rumori e fruscii. Da oggi saprete come annientarli!

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Esistono processori d’effetto appositi (de-noiser) che, una volta subita l’interferenza, tentano di rmuoverla facendo però perdere di qualità al segnale originale.
Parleremo di questi dispositivi più avanti, perchè il miglior modo per combattere le interferenze è fare in modo che il nostro segnale non ne sia soggetto ed in questo capitolo vi spieghiamo come fare.

1) IL SEGNALE SBILANCIATO

 

E’ il tipo segnale soggetto a interferenze esterne, e viaggia su due poli, uno negativo (detto massa) e uno positivo.
Tutti i segnali provenienti dalle sorgenti (chitarra, basso, ecc) nascono sbilanciati e tutti i dispositivi audio (mixer, schede audio, processori)  al loro interno lavorano segnali sbilanciati.
Vi chiederete il perchè, visto che è un segnale facilmente soggetto ai disturbi.
La risposta è semplice: finchè il segnale è all’interno dei macchinari, la loro stessa struttura metallica impedisce alle interferenze di entrare, svolgendo una funzione di schermatura.
Il problema delle interferenze si manifesta quindi lungo il passaggio del segnale lungo i cavi.
Il tipo di cavo che trasporta questo segnale è definito cavo schermato coassiale a due poli, e a discapito del nome, ha una struttura molto semplice:

 

 

E’ costituito da una polo centrale (i  classici fili di rame) positivo, ricoperto da una guaina di gomma, a sua volta rivestita di una garza/schermo/calza (altri fili metallici) che porta il segnale di massa. Il tutto è rivestito da un’ulteriore guaina di gomma.
Si dice coassiale perchè il polo positivo e quello negativo giacciono sullo stesso asse.

 

2 ) IL SEGNALE BILANCIATO

 

E’ un tipo di segnale studiato per essere immune alle interferenze, e di seguito ne illustriamo il funzionamento nella maniera più semplice possibile.

 

  • Il segnale sbilanciato a due poli viene fatto passare in un trasformatore di bilanciamento, che lo trasforma in un segnale a tre poli:  massa e due diverse fasi del segnale positivo (chiamate fase e controfase) che hanno però ampiezza dimezzata.
  • La fase porta le informazioni (ripetiamo, con ampiezza dimezzata) del segnale positivo originale, mentre la controfase porta le stesse informazioni ma invertite di grado.
    La controfase è l’esatto opposto della fase, e se la si somma a quest’ultima i due segnali si annullano.

 

  • Fase e controfase viaggiano sul cavo risentendo anche in questo caso i disturbi dell’ambiente. Il disturbo è di un entità che prescinde dal segnale, quindi si aggancia su entrambi i segnali con lo stesso segno (positivo o negativo)
  • Questi segnali entrano nel mixer, dove il trasformatore di sbilanciamento risbilancia il segnale. Esso somma il segnale in fase con l’inverso di quello in controfase (che coincide con quello di fase in tutto, tranne che nel disturbo), ricostruendo in questo modo il segnale originale privo di disturbi.

 

Il cavo che porta segnali bilanciati è simile a quello che porta segnali sbilanciati, ma è dotato di due poli centrali (uno per la fase e uno per la controfase) circondati da una garza che porta la massa, a sua volta rivestita da una guaina di gomma.

 

 

Per quanto riguarda i segnali di potenza essi sfruttano un circuito sbilanciato, poichè non c’è bisogno di schermare l’interferenza in quanto debole rispetto al segnale.
Non tutti gli strumenti (come chitarra e basso) nascono bilanciati, quindi viene utilizzato un dispositivo esterno in grado di bilanciare tutti i dispositivi audio dotati di uscite sbilanciate, la Direct Insection Box (D.I. Box).

Le D.I. Box si dividono in attive (alimentate da batteria dal mixer, offrono una leggera preamplificazione del segnale) e passive (scatole di ferro contenenti un trasformatore di bilanciamento). Queste ultime sono consigliate per segnali di linea in quanto sfruttano il voltaggio del segnale senza che questi ne risentono. Hanno inoltre un costo inferiore rispetto alle attive.
Le D.I Box devono essere poste il più vicino possibile alle sorgenti (chitarra, basso, ecc…)

Ora, che tu sia un beatmaker, un musicista, o un aspitante tecnico del suono,  hai le conoscenze necessarie per mantenere la tua musica immune alle interferenze 🙂

Resta sintonizzato, tra qualche giorno un nuovo capitolo!

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#03: TIPI DI SEGNALE ANALOGICO pt.1

Dopo aver esaminato le caratteristiche fisiche del suono abbiamo parlato del trasduttore, e di come un fenomico fisico si trasformi in uno elettrico. E’ questo segnale elettrico che trasporta tutte le informazioni relative al suono, e su di esso andremo ad agire durante il mixaggio, tramite i processori d’effetto.

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E’ bene capire tutte le caratteristiche di questo segnale, per averne pieno controllo durante la post prduzione de tuo brano.
I segnali elettrici non sono tutti uguali e subiscono una prima divisione in base all’intensità dela corrente elettrica che li caratterizza, il voltaggio (V).

 

 

 Vengono divisi in:
1.SEGNALE MICROFONICO : Generato da dispositivi passivi (per esempio il microfono dinamico), E’ un segnale molto debole, dell’ordine di grandezza dei millivolt. (0 < V < 0.075)

 

2.SEGNALE DI LINEA: Generato da dispositivi attivi (che necessitano di un alimentazione), è un segnale più forte rispetto al microfonico, dell’ordine dei volt. (0,075 < V < 24,5)

 

3.SEGNALE DI POTENZA Scaturisce da amplificatori,  detti di potenza. Il segnale di linea non ha infatti l’intensità  necessaria per alimentare il diffusore (le casse!), quindi si necessita di un dispositivo che trasformi il segnale di linea in potenza.
Questo segnale è caratterizzato da un voltaggio superiore (24,5 < V < 100), e porta con se una grande quantità di corrente (flusso di elettroni).
Questi tre tipi di segnale possono essere a loro volta divisi in due tipologie (bilanciato o sbilanciato) in base alla loro risposta alle interferenze esterne.

 

Anche i disturbi e le interferenze sono di due tipi: 
– elettromagnetici (dovuti al magnetismo)
– elettrostatici (dovuti all’elettricità).
Quando il disturbo entra nel cavo diventa ascoltabile in audio..

 

 

Il segnale microfonico ha una forte tendenza a raccattare i disturbi, in quanto l’interferenza è dell’ordine dei millivolt e risulta quindi molto percettibile.
Il segnale di linea è talmente alto (dell’ordine dei volt) che non risente di interferenze esterne (dell’ordine dei millivolt).
Il segnale di potenza, a maggior ragione, non risente del disturbo in quanto è troppo forte rispetto al disturbo stesso.
Il rapporto tra segnale e disturbo viene definito rapporto segnale-rumore, e più il risultato è alto, più il segnale sarà pulito.

 

Spiegare la differenza tra un segnale bilanciato ed uno sbilanciato richiede un capitolo a sè, e sarà il prossimo argomento trattato.
Per ora concentratevi su questa prima parte, e vi basti sapere che il segnale bilanciato altro non è che un bell’escamotage per rendere il segnale eletrico (la nostra musica) immune alle interferenze.

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