#19 FASI DI PRODUZIONE IN STUDIO

Ben ritrovato! Oggi seguiamo il percorso del segnale all’interno di uno studio di registrazione standard, senza mancare di fare chiarezza sulle fasi di produzione.
Troverai questa lezione interessante per l’impostazione del tuo homestudio, come per la produzione dei pezzi!

 

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Lo studio è caratterizzato dalla presenza di una sala di ripresa (insonorizzata dall’esterno e sonorizzata internamente tramite materiali di rivestimento), da una regia (control room) e da una sala macchine.
All’interno di queste strutture si svolgono le attività di registrazione, mixaggio e mastering:

 

1. REGISTRAZIONE:

 

Il segnale generato dalla sorgente (voce, strumenti) passa per il mixer e giunge al multitraccia, un dispositivo o un software che registrerà in tracce separate i singoli strumenti.
Registrare tracce separate è un vantaggio perchè permette di registrare vari strumenti in diversi tempi e di correggere errori nelle singole parti suonate senza dover rifare il tutto.
Quando si lavora con l’hardware il collegamento mixer-multitraccia è bidimensionale, ovvero il segnale va dalla sorgente al mixer e dal mixer al multitraccia che registra e rimanda al mixer.

 

sorgente –>mixer–>multitraccia–>mixer

 

Quello che ascolti arriva dunque dal multitraccia, e non direttamente dalla sorgente.
Per questo motivo il mixer è diviso in due sezioni, la sezione ingressi (dove collego strumenti) e sezione dei ritorni macchina (dove ricevo i segnali provenienti dal multitraccia).
Ascoltare il ritorno permette di  individuare eventuali disturbi tra mixer e multitraccia, che passerebbero inosservati ascoltando la sorgente in presa diretta.

 

2. MISSAGGIO:

Se le tracce fossero ingredienti, mixare significherebbe amalgamare per bene i sapori.
Consiste infatti nell’elaborare i segnali registrati sul multitraccia su tre piani: ampiezze (volumi, equilibri, livelli), equalizzazione (timbrica) e spazializzazione (posizionamento dei segnali nel panorama stereofonico).
Una volta messo a punto il mixaggio si procede col riversamento, quel processo tramite cui il prodotto ricavato viene mandato  al registratore due tracce (perchè è un prodotto stereo).

 

Nel tuo studio, probabilmente basterà esportare un file  WAV, ma fino agli anni ottanta il registratore due tracce era a bobina mentre da metà anni ottanta al duemila è stato il Dat (registratore a cassetta).
Oggi esistono vari sistemi (cd/dvd recorder, scheda audio e computer).

 

3. MASTERING:

Quello che si ottiene dal mixaggio potrebbe essere un prodotto finito, ma col mastering è possibile ottimizzare il pezzo (esportato in un unica traccia) tramite vari dispositivi di elaborazione (equalizzatori parametrici, compressori, espansori stereo, limiter, exciter).
Vedremo questi interessanti dispositivi nelle prossime puntate!

 

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#12 SINTETIZZATORE: OSCILLATORE A BASSA FREQUENZA (LFO)

Il modulo di cui parliamo oggi è, a livello creativo, uno dei più importanti.
A causa è nelle sue molteplici applicazioni è alla base di effetti come vibrato, tremolo e whawha: oggi finalmente ne capirai a pieno il funzionamento.
Parliamo dell’ LFO, un oscillatore a bassa frequenza, appartenente alla categoria dei controlli.

Il suo compito è quindi impartire ordini ad altri moduli, come  VCA, VCO e VCF.

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Lavora principalmente al di sotto delle frequenza udibili (sotto i 20hz), ma il suo è un segnale di controllo e il suo scopo non è di essere ascoltato, ma di agire su parametri del modulo a cui lo applicheremo.
Essendo un oscillatore, genera un segnale periodico e sposta ciclicamente un determinato parametro tra due valori.

Le regolazioni su cui possiamo agire sull’ LFO sono due:

 

– Velocità dell’oscillatore:  nel tuo synth può chiamarsi frequency, speed  o rate e oscilla generalmente tra 0,1 fino a 18/20/30 hz.

– Forma d’onda:
Abbiamo già parlato delle forme d’onda e prima di leggere quanto segue consigliamo un veloce ripasso.
Nell’ LFO la forma d’onda viene utilizzata come un controllo e in base a quale scegliamo, non otteniamo variazioni di timbro ma modificazione dell’andamento impartito al parametro.
I risultati ottenuti con la sinusoide e la triangolare sono molto simili in quanto offrono un andamento graduale, e sono le più utilizzate.
La dente di sega è utilizzata sia normale che capovolta, offrendo una salita istantanea seguita dalla discesa graduale di un parametro.
Nell’andamento della quadra abbiamo un alternanza di due valori, in quanto il parametro viene alzato ed abbassato senza valori intermedi.
Veniamo agli esempi, che chiariranno ogni dubbio.
 
Applicando LFO al VCO ottengo il vibrato, ovvero una variazione ciclica dall’altezza (la nota) ad una velocità elevata (da 4 a 6 cicli al secondo). 
 
Applicando LFO al VCA ottengo il tremolo ovvero una variazione periodica dell’ampiezza (del volume)

Collegando LFO al VCF ottengo il wha- wha ovvero una variazione ciclica del timbro.
 

Potete sperimentare quanto spiegato con questa riproduzione virtuale di un synth analogico.

Nel prossimo episodio parleremo del Noise Generator, fondamentale per la creazione suoni percussivi e ell’effettistica in generale.
Ci vediamo lì!

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